By Valentina
10 Aprile 2021
Le origini
Situato a New Orleans Square a Disneyland, in California, l'originale Club 33, aperto nel 1967 viene oggi descritto come un club privato, principalmente pensato per esperienze culinarie di altissima classe. Facciamo però un passo indietro e scopriamone insieme la storia.
Tutto inizia negli anni '60: l'idea di un club esclusivo targato disney venne allo zio Walt mentre era in viaggio d'affari, all'Esposizione mondiale di New York in cui la Disney aveva ideato diversi padiglioni per famosissime aziende americane. Walt rimase colpito dai molti VIP lounge che erano presenti alla fiera, in cui i managers delle aziende si potevano rifugiare per riunioni di lavoro ad alta classe e per rilassarsi davanti ad un bicchiere.
Immagine di eater.com
L'idea originale di Walt era quella di costruirsi un nuovo appartamento, dato che quello sopra la stazione dei vigili del fuoco a Main Street iniziava a stare stretto a lui e sua moglie, e il progetto era quello di connettere questo nuovo appartamento privato con un lounge, in modo che lui potesse ricevere ospiti in una zona più adeguata, senza dovere uscire per strada.
Nonostante Walt Disney non riuscì a vedere il progetto realizzato prima della sua morte, l'idea di un'area VIP piacque così tanto ai managers del parco, che si decise di portare avanti il concept di Walt ed aprire un lounge a Disneyland, in cui appunto invitare i business partners in visita al parco, e in generale avere un posto tranquillo per networking e drinks vari.
Si, avete sentito bene: agli ospiti sarebbe stato concesso di consumare alcool, nel lounge. Su questo argomento ci sarebbero abbastanza informazioni per un episodio a parte ma vi basti sapere Walt fu sempre assolutamente contrario al vendere bevande alcoliche agli ospiti di Disneyland. Secondo una sua celebre frase: Disneyland non ha bisogno di persone inebriate, e loro non hanno bisogno di Disneyland. Se per gli ospiti del parco, l'alcool era un grande NO, la leggenda narra invece che lo stesso Walt si godesse un bicchiere o due di buon scotch, durante la giornata. Si dice anche che nascondesse bottiglie in punti strategici del parco, per quando aveva ospiti o semplicemente gli andava un drink. Se poi avete visto serie TV come MadMen, capirete che nel mondo del business, l'alcol era all'ordine del giorno, per cui non c'è da stupirsi che una grossa, grossissima eccezione dalla regola dell'astinenza da alcol era stata decisa per il lounge. Tra l'altro fino a pochissimi anni fa la “legge” di Walt sull'alcol è rimasta in vigore a Disneyland. Le cose sono cambiate solamente all'apertura di Oga's cantina nell'espansione californiana dedicata a Star Wars, ed ora poco a poco altri ristoranti del parco stanno introducendo alcol nel loro menù.
Se questo episodio è interessante, non dimenticarti di seguirmi sul podcast “Aperitivo a Main Street, U.S.A.”, disponibile su Spotify, Apple Podcasts e tutte le altre maggiori piattaforme audio!
Ma torniamo al progetto originale del Club 33. La visione di questo lounge da parte dell'imagineer per eccellenza, Walt Disney, non poteva che avere qualche tocco particolare, diciamo: Walt aveva pensato infatti che sarebbe stato divertente nascondere microfoni e piccoli speakers in diversi punti del lounge, per “ascoltare” le conversazioni degli invitati, e anche intervenire con rumori strani. Una sorta di elemento magico nel lounge, insomma. Bene, questa cosa non venne chiaramente mai completamente realizzata - gli imagineers pensarono giustamente che spiare le conversazioni altrui fosse una cosa più problematica e meno divertente di quanto pensasse Walt - ma due elementi scaturiti da quell'idea sono ancora visibili: certi microfoni, che spuntano da candelabri - ma probabilmente sono solo omaggio all'idea originale di Walt, e un avvoltoio abbastanza imponente, a quanto pare un animatronic non più in funzione, che si sarebbe dovuto attivare ogni tanto per sorprendere gli ospiti.
Immagine di eater.com
All'inizio, le membership a questo club venivano donate ai managers della Disney e ai managers delle aziende che facevano affari con loro. Queste persone potevano poi invitare famiglia e altri business partners nel segretissimo club, per cene o aperitivi eccezionali. Nel corso degli anni, questo club divenne talmente popolare, che si decise di introdurre la stessa formula in altri parchi e di iniziare a vendere memberships.
Il Club 33 oggi
Il club, attualmente, ha sedi a Disneyland, Tokyo Disney, Shanghai e a Walt Disney World, ma solo dal 2017. Essere membri del Club 33 in un parco però non dà accesso ai benefici negli altri parchi.
Nel 2018 la membership costava sui 33mila dollari, con tasse annuali intorno ai 15 mila dollari. Lo stesso club, ma a Disney World ha un costo d'entrata di circa 50mila dollari. Insomma, un club davvero per pochi.
Cosa include la membership? L'accesso ai lounge super esclusivi per scappare alle folle dei parchi, l'accesso al ristorante più esclusivo dell'universo Disney - ma i pasti si pagano a parte! - parcheggio gratuito al Grand Californian Resort, per accedere ai parchi senza costi aggiuntivi, 4 premier tickets - praticamente abbonamenti annuali per tutti i parchi disney ed un set di 50 biglietti d'ingresso, all'anno, che possono essere distribuiti a parenti ed amici, e un numero (imprecisato, si dice 12) di fastpass+ al giorno per saltare più file possibile.
Come abbiamo detto, WDW é stato l'ultimo parco a veder arrivare il Club 33, ma la cosa interessante è che i membri del club hanno a disposizione un lounge e/o un ristorante a loro dedicati in ognuno dei 4 parchi del Walt Disney World Resort. Per questo motivo, la disponibilità di memberships per WDW è molto più elevata rispetto a quella di Disneyland - si stima che il numero di membri del club sia 4 volte più grande. Tuttavia, ciò non significa assolutamente che i costi d'iscrizione e le tasse annuali siano minori. Uno dei vantaggi del Club 33 a WDW è un pacchetto di 5 VIP tours all'anno per i membri e le loro famiglie: vere e proprie visite guidate, con cast members a seguito, per tutti i parchi. Per darvi un'idea di quanto siano costosi questi tours: il costo ORARIO per un VIP tour va dai 450 ai 750 dollari all'ora.
L'origine del nome
Altro aspetto del club avvolto dal mistero è il nome: se chiedeste agli gli attuali cast members ti l'origine del nome, vi risponderebbero che il club originario, dunque quello di Disneyland, si trova sulla Royal Street in New Orleans Square al numero 33: da qui il nome. Questa però non è l'unica versione sull'origine del nome: ne esistono diverse versioni. Si dice infatti che il nome Club 33 derivi dalle 33 aziende che avevano accesso al club, quando questo fu aperto, o un'altra storia narra che il 33 sia un omaggio all'anno della fine del proibizionismo - ovvero la legge che proibiva di consumare alcool negli stati uniti - legge che appunto terminò nel 1933. Questa sarebbe una chiara metafora per il cambiamento di rotta di Disneyland sul consumo di alcool all'interno del parco.
Per darvi un'idea di quanto questo club sia esclusivo, nel 2011 la waiting list per farne parte aveva circa 14 anni d'attesa ma questo non è tutto: pare che per entrare a far parte del club, si debba passare una vera e propria selezione e che il processo di selezione sia abbastanza duro e che l'unico modo di avere un piccolo vantaggio sull'approvazione della membership sia l'essere introdotti, tramite raccomandazione scritta, da qualcuno che è giá membro.
Chiaro, tutto quello che sappiamo è ciò che Disney vuole farci sapere: i membri del Club infatti sono soggetti a divieto totale di parlarne, di usare telefoni cellulari all'interno dei lounges e ristoranti e dare qualsiasi informazione a proposito: pena? La sospensione della membership. E' vero, ci sono alcuni video su Youtube, ma vi assicuro che il content riguardante il Club 33 che vedete su internet è poco e attentamente valutato dalla Disney, per mantenere il vivo il mistero su questo club esclusivo.
I membri del club
A questo punto vi starete chiedendo: chi sono i membri del Club 33? Per questioni di segretezza, nulla è confermato, ma pare che gli ospiti del club siano celebrità del livello di Elton John, Liz Taylor, Tom Hanks e così via. C'è anche da dire che non tutti i membri del club siano dei ricconi: ci sono infatti aziende americane famose, magari business partners della disney che hanno memberships aziendali, che mettono a disposizione dei loro managers come benefit annuali: queste sono chiamate Corporate Club Memberships e sono pagate direttamente dall'azienda. Stiamo parlando di aziende come Nestlè, AT&T che è uno dei più grandi providers di telefonia mobile negli stati uniti, Enterprise, la compagnia di noleggio auto, che è sponsor di alcune attrazioni a WDW come il People Mover e così via.
Spero che questa storia vi sia piaciuta, e, importantissimo, se sei tu stesso membro del club33 o conosci qualcuno che lo è, fammi sapere!
Se questo episodio è stato interessante, non dimenticarti di seguirmi sul podcast “Aperitivo a Main Street, U.S.A.”, disponibile su Spotify, Apple Podcasts e tutte le altre maggiori piattaforme audio!
By Valentina